Arturo è uno stambecco diverso dagli altri: non riesce a saltare, a scalare, a volare da una roccia all’altra come fanno tutti nel branco. Quando il vuoto si apre sotto i suoi zoccoli, il mondo gli gira attorno, le zampe tremano, e il cuore si blocca. Soffre di vertigini, e questo lo rende fragile agli occhi del padre Oriano, roccioso e inflessibile, che non sa spiegarsi un figlio incapace di essere come tutti gli altri. Arturo vorrebbe essere all’altezza delle aspettative, ma ogni prova finisce in un fallimento.
Finché, un giorno d’estate, incontra Bastien.
Bastien ha dodici anni, vive qualche settimana all’anno in un rifugio in alta quota, e ama la montagna più di ogni altra cosa. È curioso, solitario, gentile. Quando scorge il piccolo stambecco fermo, un po’ spaesato e un po’ sognante, decide di seguirlo. Tra i due nasce un legame misterioso e profondo, fatto di sguardi, attese, passi condivisi. Arturo non trema, accanto a Bastien. E Bastien trova in Arturo l’amico che non sapeva di cercare.
Dopo il successo del suo esordio con Prima media… mi conviene andare bene!, Ivan Villa cambia tono e ambientazione, e ci regala un racconto intenso e poetico sull’amicizia, la paura e il coraggio.
Nel corso di un’estate fatta di salite, giochi, scoperte e silenzi, Arturo e
Bastien imparano a conoscersi, a spingersi un po’ più in là, fino a trovarsi
davanti a una cresta vera, alta tremila metri, che è anche la misura della
paura e del coraggio.
Una storia luminosa di amicizia e crescita, che racconta con delicatezza il
momento esatto in cui si comincia a diventare sé stessi.