LA TESTIMONIANZA INEDITA E TOCCANTE DI UN RAGAZZO SOPRAVVISSUTO AGLI ORRORI DELLA PERSECUZIONE RAZZIALE. UN INNO AL POTERE SALVIFICO DELL’AMICIZIA, DELL’AMORE E DELLA SPERANZA.
Praga, 1942. Michael Gruenbaum ha 12 anni quando viene imprigionato nel campo di concentramento di Terezín. Allontanato dalla madre e dalla sorella, vive nella Stanza 7 dell’edificio L417 assieme ad altri 40 ragazzi: un luogo piccolo e inospitale, dove, tra fame e disperazione, è costretto ai lavori forzati.
Lì, per fortuna, c'è Franta, un ragazzo poco più grande, che diventa punto di riferimento morale e culturale. È lui a prendersi cura di loro e a forgiare lo spirito di squadra. Fondano un gruppo, si fanno chiamare Nesharim, “aquile” in ebraico, e si sostengono a vicenda. A Terezín, intanto, si comincia a parlare di convogli che partono per altri campi di lavoro.
Serpeggiano i nomi di Auschwitz e Birkenau, ma nessuno dei ragazzi sa realmente cosa siano. Molti degli amici di Michael vengono deportati. Anche Misha rischia di salire su un convoglio insieme alla sorella e alla madre, ma sarà solo grazie all’astuzia di quest’ultima che i tre, alla fine, avranno salva la vita. Michael verrà liberato nel maggio del 1945, a quasi 15 anni.
La traduzione e cura dell’edizione italiana è stata affidata a Matteo Corradini, ebraista e scrittore, Premio Andersen 2018 come protagonista della cultura per l'infanzia. Dottore in Lingue e Letterature Orientali con specializzazione in lingua ebraica, da vent'anni si occupa di didattica della Memoria. Dal 2003 fa ricerca sul ghetto di Terezín, in Repubblica Ceca, recuperando storie, oggetti, strumenti musicali. Ha fondato il Pavel Žalud Quartet e il Pavel Žalud Trio in Italia ed è tra i fondatori dell’Institut terezínských skladatelů (Terezín Composers Institute) in Repubblica Ceca.