Una madre rappresentante di classe. Un padre educatore nella sua stessa scuola e, a complicare il tutto, due sorelle che sono state perfette alunne modello, di cui tutti i professori si ricordano ancora.
«…e in mezzo, io, come in un sandwich, praticamente circondata, praticamente spacciata! Mi conviene andare bene…, mi dicevo»
Isabella Villa è l’unica della classe a non avere ancora il cellulare, l’unica ad essere accompagnata a scuola da suo padre. Ed è anche la più bassa di tutti. Bassa, disordinata e terribilmente indecisa. O, almeno, è così che si sente.
In realtà, superato lo smarrimento iniziale, Isabella capisce di non essere messa male. In 1D sono tutti sulla stessa barca: maschi, femmine, attenti, distratti. Anche i sapientini, quelli che vivono perennemente con la mano alzata in attesa d’intervenire, possono andare in crisi. L’anno scolastico scorrerà via velocemente e intensamente, in un crescendo di emozioni e di esperienze vissute tra alti e bassi, gaffes e inconvenienti, verifiche e gite scolastiche, le materie odiate e quelle inaspettatamente amate, insegnanti più o meno perfetti, nuove compagne di classe con cui formare un club e perfino un saggio d’arte, un concorso che vincerà proprio lei, scrollandosi finalmente di dosso l’appellativo di «sorella di… figlia di…».
Isabella, come in un diario, racconta ai suoi coetanei un anno in cui riuscirà gradualmente a trovare il suo posto. In classe, a scuola e un po’ anche nella vita.